Ammettiamolo, tutte noi passiamo la vita sperando che un bel giorno arrivi il nostro principe azzurro, possibilmente su un auto da svariati cavalli, che ci faccia vivere per sempre felici e contente.
Personalmente pensavo di chiedere un risarcimento danni alla Disney, per avermi (e averci) fatto crescere con il mito dell’uomo perfetto. Dell’amore perfetto. Della vita perfetta.
Arrivata al quarto di secolo con svariate batoste alle spalle, mi sto pian piano rendendo conto che anche i principi della Disney non sono così immacolati come ci hanno sempre fatto credere.
Ma analizziamoli razionalmente nel dettaglio:
ALADDIN: ladro, bugiardo, squattrinato, arrampicatore sociale la cui massima aspirazione è trovare una pollastra dalla quale farsi mantenere. E per forza che cantava “il mondo è mio”, insieme alla povera principessa Jasmine. Già si immaginava sultano con uno sconfinato harem di vergini e schiavi a sua disposizione. Che colpaccio Al!
SIMBA: insomma, ti muore il padre e tu hai un immenso territorio a cui badare per diritto di successione. E invece cosa fa il nostro leoncino? Prende, scappa e fa hakuna matata con gli amici. Mentre chi l’ha cresciuto e chi lo ama soffre la fame e la schiavitù sotto il regno dello zio Scar. Torna solamente perché una leonessa particolarmente avvenente lo convince. Quando si dice che tira più un pelo di… Totalmente irresponsabile.
ERIC: moro, occhi azzurri, amante dell’avventura e del mare. Cosa vuoi di più dalla vita? E’ pure principe. Deve essere stato questo il pensiero di quella stolta di Ariel quando ha fatto il patto con la strega del mare. Tu lo ami, lui ti ama. Fantastico. Ti porta a fare i giretti in barca mentre i granchietti gli cantano di baciarti. Ma lui non è convinto. Non sa se effettivamente la bella Ariel sia davvero la donna della sua vita. Infatti il giorno dopo decide di portarne un’altra all’altare. Per poi cambiare idea di nuovo e tornare sui suoi passi. Probabilmente perché Ursula non era poi tutta sta bellezza. Indeciso.
ADAM: o meglio noto come “la Bestia”. Mai nessun soprannome fu più calzante e non per le fattezze fisiche. Violento, aggressivo, cupo, incazzoso, con scatti d’ira non indifferenti. Probabilmente se dovessi associare una canzone al personaggio sceglierei “e qui comando io” di Gigliola Cinquetti. Tanti auguri Belle, io avrei preferito restare a mangiare uova con Gastone.
CAPITANO JOHN SMITH: il fascino dello straniero colpisce sempre. In questo caso poi sarà per il fisico prestante, o per il ciuffo tirabaci. Questo arriva, invade il tuo territorio senza nessuno scrupolo, ti illude, ti fa innamorare e poi se ne torna a casa dove probabilmente avrà una moglie con prole a seguito che lo aspetta. Sedotte e abbandonate versione Disney.
La lista è lunga e potrei continuare ad oltranza… per esempio il sociopatico capitano Li Shang di Mulan, il rammollito principe Filippo della Bella Addormentata o quel pompato semi-dio di Hercules.
Morale della favola: gli uomini perfetti non esistono nemmeno nelle favole o nei cartoni animati Dinsey, per quale motivo noi, romantiche senza speranza, li stiamo ancora aspettando in grazia?
Valeriamneris