Inutile negare che Infinity War fosse uno dei film più attesi dell’anno; si tratta del crossover più grande della storia, si classifica come il secondo film più dispendioso di sempre, ha un cast da urlo, e come se non bastasse, segna decimo anno di vita del Marvel Cinematic Universe. Insomma di motivi per vederlo ce ne sono e non pochi. Motivi questi, abbastanza validi da spingere la qui presente ad avventurarsi fino a 40 km da casa per vederlo in anteprima nella notte tra il 24 e il 25 nella sala IMAX più grande d’Italia, il tutto non senza intoppi, ma bensì con una chiave rotta e le speranze di tornare a casa autonomamente sotto lo zero. Ma ciò che conta, è che ne sia valsa la pena.
Ne è valsa la pena perché IW è uno dei film MCU più riusciti, è in grado infatti di coniugare un villain finalmente caratterizzato, dotato di una propria personalità, non più dimensionale e abbozzato, al classico umorismo del genere, forse, eccetto un paio di battute evitabili, il più maturo visto fino ad ora, Deadpool escluso.
Dopo i precedenti film gli Avengers si trovano ora a dover fronteggiare Thanos, che altro non è che l’incarnazione di un dittatore cinico, pronto a sacrificare il 50% della vita per salvare l’altro 50%. Un titano folle che non teme di sporcarsi le mani per un fine a suo dire nobile e puro. Un personaggio che in realtà non è così bramoso di potere come vorrebbero farci credere, che non desidera l’accrescimento del proprio dominio, ma bensì il raggiungimento di un universale equilibrio, anche a costo di compiere ingenti sacrifici.
Gli eroi che quindi si erano trovati scissi in Civil War, divisi e feriti, sono ora costretti a mettere in disparte i propri personali dissapori, per tentare di salvare la Galassia.
L’intera coralità dei personaggi, si sta parlando di una ventina di supereroi, riesce all’interno della vicenda a mantenere la propria personalità, senza apparire come banale o senza che i singoli risultino semplici orme di loro stessi, i vari supereroi a cui siamo stati abituati nelle 18 pellicole precedenti sono perfettamente riconoscibili, perfettamente inseriti in questo universo ampliato.
Abbiamo poi finalmente un cattivo degno di tale denominazione, Thanos appunto, incarnato da Josh Brolin, per la prima volta non è piatto, ma bensì intenso, ascoltando i suoi monologhi, il suo racconto del crollo di Titano, si riesce quasi a comprendere il ragionamento alla base della sua follia e ciò ci rende persino colpevoli nel momento in cui si arriva vicini ad empatizzare con un soggetto che sta compiendo uno sterminio.
Di pecche ve ne sono, ma ciò non toglie che il film riesca nel suo compito; riesce ad intrattenere senza aver mai momenti di noia, si prende il suo tempo per introdurre la vicenda e rendere plausibili i vari incontri tra personaggi solitamente tanto distanti tra loro, rendendo, grazie a questo approccio graduale, del tutto naturale la formazione di questi Avengers ampliati.
Se non siete però tra coloro che hanno intasato le sale in questi due giorni per vedere il film, vi conviene interrompervi qui, perché non sarà più spoiler free.
Mettendo da parte la bellezza del personaggio di Thanos, l’hype di quest’anno ben ripagato, oltre al fatto che purtroppo MCU rimane sempre e comunque destinato ad un pubblico molto vasto e molto giovane e perciò non v’è mai la violenza che un film di supereroi in effetti richiederebbe, ma che fortunatamente troviamo nelle serie, uno dei problemi principali del film è che non si è dimostrato così coraggioso come volevano farci credere che fosse. Nella scena finale vediamo infatti numerosi dei personaggi principali perire, staremmo ipoteticamente parlando del 50% del tutto casuale, ma in realtà a morire sono tutti coloro che non fanno parte degli Avengers ufficiali, coloro che ancora erano corali nella vicenda. Iron man, Cap, Thor, Hulk rimangono illesi. Il coraggio di sacrificare un personaggio di rilievo non v’è stato e, per lo più, andando ad escludere l’attesissima morte di Loki e la sciagurata di Gamora, faranno quasi certamente tutti ritorno nel prossimo capitolo.
La scena emotivamente toccante della morte di Gamora legata alla conquista della gemma dell’anima risulta poi fondamentale per introdurre un’ulteriore sfaccettatura nella complessità del personaggio di Thanos, mostrandone quindi gli aspetti più umani, facendoci comprendere che anch’egli è in grado di provare affetto ed ancor di più che è tanto convinto di compiere il giusto, da rinunziare all’unica cosa che abbia mai amato. Non v’è quindi egoismo nelle sue folli azioni, ma solo una malsana visione del giusto. E ciò lo si vede nella scena conclusiva, laddove, dopo aver dimezzato la popolazione dell’universo letteralmente con uno schiocco di dita, si siete ad ammirare un’alba nella quiete del suo tanto bramato equilibrio. Nel silenzio del lutto da lui generato in un universo in cui le limitate risorse sono ora sufficienti a garantire la sopravvivenza dei casuali superstiti.
Altra pecca è la giustificazione dell’assenza di Ant-man in quanto “agli arresti domiciliari”, ma davvero? Ora vi sembra che colui che ha la capacità di ridursi alle dimensioni di una formica possa effettivamente rimanere bloccato agli arresti domiciliari? Stesso identico ed insensato discorso vale per Falcon.
Oltre a ciò però il film ha una struttura solida, è ben fatto anche dal punto di vista tecnico; chapeau ai fratelli Russo alle prese con il loro terzo film di questo universo narrativo, che sono stati in grado, oltre a rendere plausibili le connessioni dei personaggi, di mantenere i numerosi combattimenti chiari, mai caotici e confusionari.
Infinity War è quindi un film che ripaga le aspettative, esso rappresentava un’arma a doppio taglio per i fratelli Russo, i quali però si sono dimostrati all’altezza di maneggiarla, donandoci una pellicola credibile e ben strutturata, mai banale, senza cali di tensione e con difetti narrativi del tutto accettabili, soprattutto laddove l’impresa richiedesse di amalgamare personaggi così distanti tra loro.
Nell’attesa dunque del prossimo capitolo, dopo il troll propinato ai fan sul fatto che non sarebbe stato diviso in due parti, non ci resta da far altro che sperare che Infinity War possa rappresentare un nuovo standard per i film del MCU e non un unicum.
Se vi interessa riprendere invece tutta la saga dal punto di vista fumettistico ecco un link che non potete perdervi
Camilla