L’unica cosa a cui riesci a pensare quando scrivi le tue prime parole per un nuovo pubblico, che sia un blog, una rivista, o anche l’incipit di un nuovo libro, è che devi sembrare accattivante ma non furbo. Alla fine ho optato per il furbo, spero che l’egregio magnifico direttore Carlo capisca. Quando mi ha detto parlami dell’uomo pipistrello sul grande schermo, mi sono detto: “Oddio, c’è tanta carne al fuoco”. Tanto per capirci, 4 batman diversi, 11 supercattivi, quasi 16 ore di film:
Batman Il Ritorno – 1992, Tim Burton
Batman Forever – 1995, Joel Schumacher
Batman & Robin – 1997, Joel Schumacher
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Batman Begins – 2005, Christopher Nolan
Il Cavaliere Oscuro – 2008, Christopher Nolan
Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno – 2012, Christopher Nolan
Aldilà del colpo d’occhio che suscita dare dell’idiota al miglior detective del mondo (non fatelo se è a portata d’orecchio) vorrei procedere in modo un po’ “zompettante” e archiviare subito l’argomento Schumacher. Batman & Robin è semplicemente inguardabile, persino George Clooney si è scusato pubblicamente con i fan di Batman per il risultato finale; io credo basti. Batman Forever è già un altro discorso. Il tono è sopra le righe perché gli studios hanno deciso di intraprendere quella strada piena di neon e viola sgargianti, ma il film non è pessimo. Robin si. La vera menzione d’onore è che il creatore di Batman, Bob Kane, ha citato Val Kilmer come la migliore incarnazione del giustiziere.
Il suo marcato bipolarismo nel passare da miliardario annoiato a terrore dei criminali lo ha sicuramente aiutato. Troppo impersonale Keaton, o troppo rabbioso Bale? Non lo sapremo mai ma è così, e se non lo sa lui chi altro.
La prima cosa che balza all’occhio a un amante del genere è la natura episodica dei film del primo ciclo. Proprio come in un fumetto, tranne vaghi rimandi ai capitoli precedenti, non c’è una continuità che faccia pensare a un iter del personaggio. E’ un cinema, quello di Burton, attento alla forma, amante del suo stesso stile goticheggiante e vanitoso, ma privo di spessore per quanto riguarda la sfera umana. Probabilmente Burton stesso non prendeva troppo sul serio il personaggio, o almeno è quello che sembra trasparire.
E’ un fumetto della “golden /silver age”. La prima cosa che incontriamo nel Batman del 1989 sapete cos’è? BATMAN. Giustamente, è lui a farla padrona e Bruce è un misero comprimario. Una scelta decisa, ma è giusto ricordarci che non era proprio l’era di “Avengers”, stiamo parlando di 11 anni dopo l’unico vero successo commerciale di stampo supereroistico, il Superman di Donner.
Nolan al contrario, inizia con Bruce Wayne esule dal suo nome e dalla sua città e termina con Wayne sempre esule, solo finalmente felice, e, diciamocelo, ben accompagnato. In mezzo c’è un viaggio di una vita e l’evoluzione di un eroe e di un essere umano, a dimostrarci che il suo Batman sente di avere “espiato” la morte dei genitori e dell’amata Rachel e può tornare a fare quello che più gli piace:
Insomma, mi sembra evidente che aldilà dell’idiozia sociopatica dell’indossare un costumino per picchiare criminali invece che spendere miliardi, c’è anche una certa assenza di amor proprio alla base di tutto. Chi cazzo non vorrebbe essere Bruce Wayne? Boh.
Ma è proprio questo che piace di Nolan, il suo Batman è tutto sommato umano. Estremizzando ogni sentimento da lui provato compreso il desiderio di vendetta, lo fa assomigliare a noi. E’ rancoroso, si sta sul cazzo e ha bisogno di staccare la spina più spesso di quello che vorrebbe ammettere. Il tono di falso realismo che permea il tutto aiuta solo a supportare questa empatia che andiamo a sviluppare con Bruce.
La domanda vera, cioè quale sia meglio tra i due se Burton o Nolan ha una risposta semplice per me. Ma troppo soggettiva. Se devo essere onesto per me sarebbe meglio qualunque saga contenga un classico come “Il Cavaliere Oscuro”. Se lo avesse girato Burton sarebbe il suo ciclo ad avermi emozionato, tutto qui. Se fosse un capitolo di Harry Potter, sarebbe quella la mia preferenza. E’ impossibile non amarlo, e curiosamente è l’unico film di Batman in cui il vero protagonista è il “bad guy” di turno. Potevano anche chiamarlo The Joker, e penso che nessuno se la sarebbe presa. Ogni fotogramma condiviso col pipistrello, Heath Ledger ruba la scena rendendo il cornuto un mero comprimario, ma sarebbe riduttivo dire che è stato lui a fare il grosso del lavoro. E’ un’opera corale, con una sceneggiatura brillante e delle interpretazioni decisamente sopra le righe. Persino Eric “fratello-di-Julia” Roberts è convincente non so se mi spiego…
Quindi giovani se si tratta di tirare bilanci, mi spiace, ma è impossibile davvero. Burton ha fatto un ottimo lavoro, a modo suo, e se si conosce l’autore, il vero protagonista dei suoi due film è il suo stile. Visivamente sono magnifici, oscuri, e hanno creato vere icone pop (vi dice niente il Joker di Nicholson?). Per quanto riguarda il buon Christopher, The Dark Knight alza davvero troppo la media inglese di una trilogia epica, in cui per il resto “Batman Begins” fa il suo compitino, e l’ultimo capitolo ha lacune (buchi nella trama, scelte ridicolmente illogiche dei personaggi) tutt’altro che sorpassabili, ma è troppo scomodo da criticare per chiunque. In fondo chi se la sentirebbe di prendersela con Nolan dopo che ci ha regalato il Cavaliere Oscuro? Quindi…
…BEST BATMAN IS?
Heath Ledger’s Joker.
P.S. PER CHI NON FOSSE D’ACCORDO CON LE MIE CRITICHE ALL’ULTIMO CAPITOLO DI NOLAN:
Marco Copeta