Cari lettori, inizio subito scusandomi per la barcollante citazione ma, ora come ora, son convinta che non possa esserci titolo migliore per questo articolo e son sicura che l’amico Douglas Adams (uno dei tanti scrittori della serie tv che tratterò) possa solo sorriderne.
A differenza dell’altra e ben più famosa guida, indiscussa depositaria della conoscenza e della saggezza, questa non vuole di certo avere la presunzione di raccontare per filo e per segno la serie televisiva sci-fi più longeva mai esistita, sarà solo un’ introduzione al favoloso mondo del Dottore.
Doctor Who, prodotta dalla BBC a partire dal 1963, con i suoi 35 anni di programmazione (continuativa dal 1963 al 1989 e ripresa nel 2005) e più di 800 episodi detiene, infatti, il record di longevità e di maggior successo in termini di ascolti televisivi, vendite di libri, DVD e gadget vari.
La serie ha per protagonista un Signore del Tempo, ultimo della sua specie, proveniente dal pianeta Gallifrey che, facendosi chiamare semplicemente il Dottore, viaggia attraverso il tempo e lo spazio a bordo del TARDIS. Il Dottore è quasi sempre accompagnato nelle sue avventure da uno o più “companion”, umani e non (famoso il cane robot K-9, ha pure uno spinoff a lui dedicato), forse per sopperire al bisogno d’affetto dei suoi due cuori, si due avete capito bene! Insieme affrontano molti nemici salvando interi pianeti e civiltà, in particolare la Terra, grande passione del Dottore nata quando si è trovato bloccato sul nostro pianeta negli anni ’60. Tutto questo lo fa armato solo di astuzia, intelligenza, originalità, simpatia, saggezza, una carta psichica e un sonic screwdriver. Pensate, alcuni ricercatori scozzesi hanno messo a punto una tecnologia ad ultra suoni simile che ovviamente hanno subito ribattezzato con questo nome. Probabilmente sono fans del Dottore!
Ok troppe informazioni tutte insieme vi avranno confuso ancora di più. Sarà meglio affrontare le cose punto per punto… o almeno ci provo, sennò che guida è?!
Iniziamo dal protagonista.
Abbiamo detto che è un alieno, ha due cuori e si chiama solo, incredibile ma vero, “il Dottore”. Il titolo della serie infatti si riferisce ad una battuta ricorrente dei personaggi che, incontrandolo per la prima volta, gli chiedono “Doctor Who?”. Se vogliamo essere precisi, Il Dottore ha anche un nome proprio ma si tratta di un segreto che non dovrà mai essere rivelato, sempre che non si voglia porre fine all’intera esistenza. Insomma, è un tipo con un nome che conta… Tu sai chi – Colui che non deve essere nominato è niente in confronto.
Il Dottore è l’ultimo Time Lord. Questi infatti si sono estinti alla fine di una sanguinosa Guerra del Tempo contro i Dalek, loro acerrimi nemici. Di fronte ad un conflitto che sembrava non avere via d’uscita, fu proprio il Dottore a trovare una soluzione creativa ma al tempo stesso drammatica che si ripercuoterà sulla sua intera e lunga vita.
Esteticamente il nostro eroe ha un aspetto umano (o come direbbe lui siamo noi umani ad assomigliare ai Time Lord) ma fisiologicamente differisce notevolmente da noi. In primis, come detto sopra, è provvisto di due cuori. Credetemi quando dico che questa cosa non ha generato un’invidia stratosferica solo nel povero Ryan Hardy. Provate ad immaginare dal punto di vista anatomo-fisiologico che figata deve essere avere due cuori? Potrei dilungarmi sugli innumerevoli vantaggi di tutto ciò ma, per catturare meglio la vostra attenzione, ne cito uno soltanto. Immaginate due pompe cardiache che garantiscono un’efficacissima circolazione sanguigna: il viagra non avrebbe ragione d’esistere e noi donne avremmo finalmente uomini in grado di utilizzare il cervello contemporaneamente alle loro parti basse. Che dire… Beato lui. Il Dottore ha anche un sistema respiratorio che gli permette di sopravvivere in assenza d’aria e una temperatura corporea interna di 15-16 gradi Celsius. Ha la capacità di assorbire, trattenere e successivamente rilasciare grandi quantità di elettricità e di alcuni tipi di radiazioni uscendone illeso: un Signore del Tempo è praticamente immortale. Anche se non del tutto corretto, passatemi questo termine perché altrimenti dovrei aprire una lunghissima digressione che vi annoierebbe soltanto. Sta di fatto che, nelle situazioni estreme dove il Dottore è prossimo alla morte, lui, come tutti i Signori del Tempo, è in grado di rigenerarsi.
La rigenerazione è un processo pseudo-biologico nel quale, come dice la parola, si ha una rigenerazione cellulare: la cellula può essere ringiovanita, guarita, ricreata. Questa procedura avviene solo se almeno uno dei due cuori continua a pulsare (altro motivo per cui ne ha uno di scorta) e se completa comporta modifiche sostanziali della fisicità e personalità del Dottore stesso trasformandolo in un individuo nuovo. Questa capacità si scoprì nel 1966 quando la produzione dovette inventarsi qualcosa per gestire l’abbandono dell’attore protagonista William Hartnell. Da allora son stati ben 12 gli attori che hanno interpretato il Dottore: William Hartnell, Patrick Troughton, Jon Pertwee, Tom Baker. Peter Davison, Colin Baker, Sylvester McCoy, Paul McGann, John Hurt, Christopher Eccleston, David Tennant e Matt Smith.
Vedremo come se la caverà Peter Capaldi, chiamato a vestire i panni del tredicesimo dottore.
Sebbene ciascun interprete abbia rappresentato il Dottore a proprio modo, diverso nel fisico ma anche nell’accento, nell’ abbigliamento, nel carattere, tutti hanno contribuito a rendere il personaggio indimenticabile. Non esiste un Dottore migliore di un altro, si amano tutti e non ci si può affezionare ad un solo Dottore, bisogna farsene una ragione. Lo dico a voi ma in realtà lo sto dicendo a me stessa. Ammetto di aver avuto un debole per un Dottore in particolare e assistere alla sua rigenerazione ha spezzato il mio unico cuore! Non fate il mio errore.Caratteristica comune a tutte le rigenerazioni del Dottore è la capacità di cacciarsi nei guai viaggiando nello spazio e nel tempo. Un episodio dunque potrebbe essere ambientato nella mitica Pompei pre-eruzione, uno al fianco di Shakespeare che cita J.K.Rowling, quello successivo alla fine del mondo e quello dopo ancora a giocare a cluedo con Agatha Christie. I suoi mille volti e il range narrativo spazio-temporale illimitato garantiscono alla serie una grande varietà, così che né lo spettatore né gli scrittori possano mai annoiarsi.
Il Dottore può essere considerato un vero e proprio supereroe. Come ogni paladino del bene, oltre alle particolari capacità fisiche, può contare su una mente incredibilmente brillante e geniale per affrontare tutti i suoi nemici. Credetemi, ce ne sono abbastanza da giustificare una pagina dedicata su Wikipedia (come per qualunque altro argomento relativo al Dottore, tra l’altro). In questa guida per principianti ho pesato di riportare solo quelli che a mio avviso meritino una citazione.
I Dalek, nemici del dottore con la N maiuscola, forma di vita umanoide racchiusi in un tronco metallico con tante mezze sfere (ecco cosa mi ricordavano le cover dell’iPhone 5c) con una sorta di braccio-occhio stile stura bagni, comparvero nella prima serie originale del 1963 e da allora non sono cambiati molto. Nell’episodio “Asylum of the Daleks” si possono ammirare tutte le varie generazioni, diverse per colore e per alcuni dettagli estetici. I Kaleds, abitanti di Skaro, son stati trasformati a seguito di una mutazione genetica ad opera del dott. Davros in queste terribili macchine assetate di sangue.Si muovono in massa scandendo con la loro bellissima voce metallica una sola e terribile parola: EX-TER-MI-NA-TE! Facile capire che il loro scopo sia quello di sottomettere l’intero Universo e che per questo motivo sisiano scontrati diverse volte con il Dottore.
I Cybermen, umanoidi nati in una realtà parallela dalla mente diabolica di John Lumic, han trovato il modo di spostarsi nella nostra per movimentare un po’ le cose. Lumic, scienziato malato, per sopravvivere pensò bene di sperimentare il trasferimento degli esseri umani in corpi di metallo ovviamente privandoli di ogni emozione. Estetica a parte (rimasta pressoché quella deglianni’60), i Cybermen non sono poi dissimili dai Dalek cercando di eliminare tutto ciò che è diverso da loro al motto “You will be upgraded” ovvero se ti prendono ti assorbono rendendoti uno di loro, un po’ come i Borg di Star Trek.
L’ordine del Silenzio, o semplicemente il Silenzio, invece è un numeroso ordine religioso, introdotto nella nuova serie, capeggiato da una razza extraterrestre: i Silenti. Questi, che ricordano un po’ l’urlo di Munch vestito alla Man in Black, hanno la capacità di essere dimenticati da tutti coloro con cui vengono in contatto: una volta voltato lo sguardo l’interlocutore non è più in grado di ricordare l’incontro avvenuto. Gli affiliati al movimento infatti vengono dotati di una speciale benda oculare metallica che, oltre a fungere da memoria esterna, li rende immuni. Scopo dell’ordine è evitare che il Dottore riveli il suo nome che, come ho accennato prima, causerebbe un putiferio all’esistenza stessa.
Dulcis in fundo, senza ombra di dubbio il cattivo per me meglio riuscitodai tempi di IT, abbiamo gli Angeli Piangenti. Come il Silenzio, sono una presenza del tutto nuova. La loro prima apparizione risale al 2007 nell’ episodio “Blink” ma hanno da subito conquistato un ruolo di primaria importanza. Ragazzi, non ci sono storie, Moffat ha fatto centro! Non si sa molto di questi alieni che compaiono sulla Terra e altrove come statue di angeli ma anche sotto altre forme, solo che, come i fantasmi di SuperMario, quando li si guarda si fermano con il volto coperto (ecco perché “piangenti”) e non appena si da loro le spalle, o semplicemente si sbattono le palpebre, si avvicinano a grande velocità con artigli e zanne fameliche, afferrano la vittima e la spediscono indietro nel tempo. Si crea così una specie di vuoto temporale ela vita che questa persona avrebbe vissuto si trasforma in una forma di energia di cui gli Angeli si nutrono. Sono davvero i mostri più spaventosi che abbia mai visto. Non riesco più a guardare le statue con gli stessi occhi, o meglio, adesso le fisso e continuo a ripetermi mentalmente “Don’t blink!
Il Dottore è favoloso, e l’abbiamo capito, ma tutto questo non sarebbe possibile senza il suo amato TARDIS, acronimo di “Time And Relative Dimension In Space”.
Se dovessi fare una classifica delle astronavi, molto probabilmente, lei (non è un errore grammaticale, nella lingua originale ci si rivolge alla nave al femminile “she/her”) avrebbe il primo posto o comunque sarebbe sul podio della mia personale Top10. Non è un semplice mezzo di trasporto, nave unica e inconfondibile a partire dal suo suono caratteristico, lei è viva. Nel TARDIS c’è un vero e proprio spirito pulsante che può comunicare telepaticamente con il Dottore. I Signori del Tempo non costruivano TARDIS: li allevavano. E anche lei, come il dottore, è l’ultima rimasta nell’intero universo. Altra caratteristica del TARDIS è la sua capacità di tradurre ogni lingua esistente direttamente nella mente del suo equipaggio in modo da rendere possibili le comunicazioni con altri popoli.
Per muoversi nel tempo e nello spazio sfrutta il “vortice temporale”, una possibilità tra l’altro nemmeno così fantasiosa dal punto di vista scientifico se consideriamo questo artificio narrativo come la rappresentazione di un wormhole. Se Thor si fosse dato qualche smartellata in testa sarebbe arrivato alla soluzione più ovvia: chiamare il Dottore per raggiungere Jane invece di farla aspettare cosi tanto.
Il TARDIS esternamente è una simpaticissima e carinissima cabina della polizia in legno blu. Cabina molto comune nella Londra degli anni ’60 che veniva usata sia come telefono di emergenza che come luogo di detenzione temporanea. Il Dottore scelse questo aspetto per mimetizzarsi meglio nella metropoli britannica. In seguito il meccanismo mimetico, il circuito camaleonte, si danneggiò e così non fu più possibile modificarne l’aspetto. Visto quello che si trova in giro oggi, a mio avviso, è meglio cosi. Non avrebbe avuto certo lo stesso fascino sotto altre forme. Vi chiederete, come fa una piccola cabina ad essere cosi eccezionale? Lo è e lo si scopre aprendo la porta: il TARDIS… It’s bigger on the inside!È ciò che dicono tutti quelli che vi entrano per la prima volta e per un ottimo motivo: all’esterno infatti, come detto, è grande quanto una cabina telefonica, ma una volta varcata la soglia ci si trova in una specie di immensa reggia senza confini, costituita da un numero indefinito e variabile di stanze e corridoi, arredata in modo impeccabile. Nemmeno Paola Marella ed il suo team saprebbero fare meglio.
Il TARDIS è indistruttibile, tranne quando la storia richiede il contrario, e necessita solo un po’ di manutenzione. Il Dottore, seppur super intelligente, non è proprio un meccanico provetto quindi di tanto in tanto la macchina fa i capricci catapultando lui e i suoi compagni in nuove affascinanti avventure. L’unica cosa da salvaguardare scrupolosamente è il nucleo della nave. Infatti un danno a questo provocherebbe un collasso totale dello spazio-tempo ponendo fine all’Universo intero. Per fortuna i nostri ultimi momenti sarebbero allietati da un quadro impressionista di notevole fattura eseguito da, niente di meno che, Vincent Van Gogh.
A proposito dei compagni, potrei scrivere righe su righe e intrattenervi per ore, ma non vorrei togliervi il bello di scoprire i mille intrallazzi, relazioni, sfaccettature di tutti gli amici del Dottore. Vi dico solo che tra serie classica e nuova, son stati tantissimi e anche loro tutti importanti. Sara Jane e K-9, Rose Tyler e Mickey Smith, Capitan Jack Harkness, Martha Jones, Donna Noble e Wilfred, Amelia Pond e Rory Williams, River Song, Madame Vastra Jenny e Strax, Clara Oswald… Insomma donne, uomini, giovani, anziani, alieni, robot, de ogni… l’unico requisito fondamentale per salire a bordo del TARDIS è avere fiato da vendere! In quasi ogni episodio si corre! Credo che “Run!” sia una tra le parole più utilizzate nei dialoghi, seconda probabilmente solo a “Doctor”.
Ammetto che anche io, ogni tanto, vado a correre e lo faccio non perché sia una malata di fitness o sia felice di sottopormi a questa tortura, ma solo per essere abbastanza in forma da tenere il passo del Dottore quando si presenterà alla mia porta. A proposito Doc, se stai leggendo, io sono qui che ti aspetto!!
Amo Doctor Who, credo si sia capito. Spero di avervi trasmesso questa passione accendendo in voi almeno qualche curiosità. Date una possibilità al Dottore. Anche solo per verificare se ho detto un mucchio di stronzate o per scoprire tutti i dettagli che non ho potuto includere. Non vi ho parlato di moltissime cose, troppe forse, ma come avrei potuto… C’è un mondo intero che vi aspetta, anzi infiniti mondi!
“All of time and space; everywhere and anywhere; every star that ever was. Where do you want to start?”
Vi saluto con “un vecchio modo di dire terrestre, una frase che porta grande potere, saggezza e consolazione all’anima nel momento del bisogno” una parola che, se vi fiderete di me, vi inciterà e spingerà al download o allo streaming e son piuttosto sicura che se proverete non vi pentirete…
Allons-y!
Detto questo vi do appuntamento al prossimo articolo…
Doc.