TRAP -Colpevoli di parteggiamento-

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Trap è l’ultima fatica di M. Night Shyamalan. Il film è facilmente divisibile in due parti; una prima sezione avente luogo in un forum ed una seconda sezione che invece si dipana al di fuori di esso. La trama tratta di Cooper, un amorevole e affabile padre di famiglia, che accompagna la figlia adolescente ad assistere al concerto della sua cantante preferita, Lady Raven. Cooper è un uomo dalla doppia vita: vigile del fuoco di giorno e spietato serial killer di notte, ma quello che potrebbe essere il plot twist centrale, viene svelato dopo pochi istanti dall’inizio della pellicola allo spettatore che da lì in avanti si troverà inguaiato nel punto di vista del cattivo. Cooper si rende infatti rapidamente conto che in quel concerto c’è qualcosa di strano, ovvero c’è un’abbandanza di forze dell’ordine, scoprirà dunque che l’intero evento è una trappola per catturare il famigerato “macellaio”, ovvero il mostro che tanto scrupolosamente tenta di tenere nascosto al mondo ed alla sua famiglia. Da qui in avanti l’intero film sarà una corsa contro il tempo di Cooper e dello spettatore, che suo malgrado si trova a fare il tifo per lui, al fine di riuscire a scappare e a farla franca.

La prima metà della pellicola risulta essere altamente claustrofobica, sia per via dell’ambientazione restrittiva, sia grazie alle scelte registiche adottate da Night Shyalaman che tende ad isolare il protagonista dal resto della folla in totale visibilio per lo show. Nota di merito va sicuramente data a Josh Hartnett che negli ultimi anni sta riprendendo parzialmente visibilità e con questo film sancisce il suo rientro nell’olimpo di Hollywood, regalandoci una delle sue migliori, se non la migliore, interpretazioni. L’attore riesce infatti a gestire gran parte della pellicola solo sulla base di lievi cambi di mimica facciale, passando repentinamente dal dolce sorriso di un padre amorevole al glaciale sguardo di un omicida che trucida le proprie vittime senza pietà.

La pellicola non brama di essere perfetta, ragion per cui è innegabile che vi siano diversi difetti, specie negli snodi narrativi spesso risolti in maniera poco realistica, ma lo scopo ultimo del film era quello di affascinare, di inchiodare allo schermo, di intrappolare lo spettatore in un dubbio morale e di obbligarlo a trattenere il fiato. E in tutte queste cose il film riesce; riesce a farci parteggiare per un mostro, a farci sperare che anche negli istanti più tesi e decisivi, sia in grado di formulare un piano di fuga. Riesce a farci temere per la sua incolumità e lo fa pondendoci da subito dalla sua prospettiva e non mostrandoci mai le atrocità che ha commesso. Lo fa facendoci conoscere Cooper come il padre che si preoccupa per la salute mentale della figlia invischiata in diatribe adolescienziali, il padre che accompagna la figlia ad un concerto pieno di ragazzine urlanti solo perchè è andata bene a scuola, che non passa con il rosso e non supera in fila, perchè vuole che la figlia non tragga insegnamenti sbagliati.

La colonna sonora è dimenticabile, gran parte delle canzoni sono scritte e interpretate da Seleka, figlia del regista, che nel film impersona Lady Raven. Il regista stesso fa un cameo nella pellicola interpretando lo zio di Lady Raven.

Trap è un ottimo thriller in grado di intrattenere ed in grado di corrompere l’animo dello spettatore, facendolo sentire moralmente guasto, in quanto alleato di ciò che in quei 106 minuti è il Male. A rendere più didascalica tale volontà del regista è il breve sketch post-credit, nel quale il pubblico non potrà che immedesimarsi.

Il mio consiglio in questa estate afosa è di sfruttare il connubio aria condizionata – buon film, per farsi sequestrare un paio di ore dal cinema ed abbandonare il cocente asfalto.

Camilla.

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